Una volta in circolo, come un cavallo di Troia, porta le informazioni per rendere riconoscibili le cellule tumorali al nostro sistema immunitario. Così si potenzia la risposta contro il cancro e l’efficacia dei farmaci immunoterapici, aggredendo la resistenza verso questi trattamenti.
E’ un lavoro messo a punto da ricercatori italiani, che è stato illustrato su Science Translational Medicine da ricercatori del laboratorio di immunoregolazione presso l’Italian Institute for Genomic Medicine e della biotech italo-svizzera Nouscom.
Proprio dallo slancio della ricerca sul metodo RNA messaggero su cui si sono fondati gli sforzi dei vaccini contro il covid-19, il vaccino anti-cancro è stato testato su uno studio di 12 pazienti affetti da tumore al colon in fase metastatica. I pazienti oltre al vaccino hanno ricevuto un farmaco immunoterapico. Lo studio ha mostrato che il vaccino esercita un azione che aumenta la reattività di alcune cellule immunitarie che hanno la funzione di identificare e soffocare le cellule infettate da virus o tumori.
“Abbiamo capito quale è il meccanismo di azione che determina l’efficacia del vaccino: grazie a questa aumentata conoscenza possiamo trasformare le nostre analisi sperimentali in terapie mirate più precise per ogni paziente” – afferma Luigia Pace direttrice del laboratorio con sede presso Fondazione del Piemonte per l’oncologia di Candiolo – ” i dati ottenuti nella prima sperimentazione clinica sono molto promettenti, si prospetta la concreta possibilità di creare nuovi vaccini efficaci contro molti altri tipi di cancro”.
Il lavoro è stato condotto anche grazie al sostegno di Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro.